Zero emissioni di gas serra nel 2050: istantanea della politica

23.03.2021
3 | 2021

Gli ultimi mesi sono stati colmi di revisioni legislative nel campo dell’energia, tutti cambiamenti in linea con la politica climatica della Confederazione: raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050.

La revisione della legge sul CO 2 è un primo passo per raggiungere l’obiettivo di «zero emissioni nette» entro il 2050. L’obiettivo della riforma è di dimezzare le emissioni di CO 2 della Svizzera entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. In questo modo, la Svizzera riuscirà a rispettare i suoi impegni nell’ambito dell’Accordo sul clima di Parigi. Dopo lunghe deliberazioni iniziate nel 2018, le Camere federali hanno finalmente adottato il progetto di legge nell’autunno del 2020 e ne è conseguito il lancio di due referendum paralleli contro una legge giudicata sia troppo debole che troppo forte. Alcuni diranno che è un esempio perfetto di compromesso svizzero. La legge sarà sottoposta al parere del popolo il 13 giugno 2021.

Legge sul CO 2 : sì chiaro dell’ACS

L’ACS sostiene il progetto accettato dal Parlamento. Christoph Niederberger, direttore dell’ACS: «La revisione della legge sul CO 2 crea una chiara base legale che consente ai comuni di pianificare i lavori di attuazione. Lo strumento di finanziamento previsto, il Fondo verde per il clima, coprirà in parte i costi futuri che i comuni dovranno sostenere. L’ACS si schiera dunque a favore della legge sul CO 2 ». Si tratta di una condizione sine qua non per il successo dell’implementazione dei nuovi obiettivi da parte dei comuni.

La legge sul CO 2 è l’elemento centrale della politica climatica della Confederazione e si concentra principalmente sui settori dei trasporti, dell’industria e dell’edilizia. Ovviamente questo obiettivo interessa i comuni direttamente. Assicurare l’approvvigionamento energetico è uno dei punti centrali della strategia energetica, il secondo importante pilastro della politica energetica e climatica. Per raggiungere i obiettivi serviranno ingenti investimenti e cambiamenti di paradigma: secondo gli scenari previsti dall’UFE e pubblicati il 26 novembre 2020 (Prospettive energetiche 2050+), la domanda di elettricità aumenterà infatti drasticamente entro il 2050. Alla luce di questi sviluppi e delle nuove sfide, i comuni devono prevedere notevoli sconvolgimenti a livello di infrastrutture comunali. Per citare solo qualche esempio, l’eliminazione graduale dell’impiego delle energie fossili per il riscaldamento, i programmi di ristrutturazione degli edifici e il rafforzamento della produzione di energia rinnovabile.

«La revisione della legge sul CO 2 crea una chiara base legale che consente ai comuni di pianificare i lavori di attuazione. Lo strumento di finanziamento previsto, il Fondo verde per il clima, coprirà in parte i costi futuri che i comuni dovranno sostenere.»

Christoph Niederberger, direttore dell’ACS

Serve un netto aumento delle energie rinnovabili

Questi sconvolgimenti si sviluppano lungo due vie principali: in primo luogo, serve un netto aumento dell’offerta di energie rinnovabili. In questo caso, il margine di crescita è impressionante. Per esempio, secondo le Prospettive energetiche 2050+, gli impianti fotovoltaici dovranno fornire circa 17 volte più elettricità rispetto a oggi per soddisfare le esigenze in materia di energie rinnovabili. In secondo luogo, il sistema di riscaldamento deve passare attraverso la decarbonizzazione delle fonti di calore. Di fatto, ciò significa eliminare gradualmente i sistemi di riscaldamento a olio combustibile e prediligere due alternative: teleriscaldamento e pompa di calore. Naturalmente, non ci sono soluzioni miracolose nel settore energetico. La pompa di calore purtroppo è rumorosa. Un problema che attualmente costituisce un ostacolo significativo per questa tecnologia. Si procede dunque a un’analisi della situazione caso per caso, sulla base del principio di precauzione. Occorre ricordare che la riduzione dell’inquinamento acustico è anche al centro della politica ambientale svizzera.

L’alternativa attuale, il teleriscaldamento, rappresenta un altro strumento molto efficace ma non è realizzabile ovunque. Ci sono diversi criteri per assicurare che questa soluzione permetta effettivamente di garantire la sicurezza energetica di un comune a lungo termine. Ma ancora prima di riscaldare con metodi alternativi, è importante riscaldare di meno, il che diventa possibile con i programmi di efficienza energetica per gli edifici ristrutturati. I comuni, che sono proprietari di immobili, hanno un posto in prima fila in questo programma.

Ingenti investimenti per i comuni

Attualmente esiste uno scarto enorme tra la realtà e i requisiti della Strategia energetica 2050, aggiornata nella forma delle Prospettive energetiche 2050+. Gli investimenti finanziari nelle infrastrutture a livello comunale saranno ingenti. Mario Cavigelli, presidente della Conferenza dei direttori cantonali dell’energia (EnDK), lo spiega a chiare lettere: «La politica climatica comporta sfide impegnative per i cantoni e i comuni. Nell’ambito della politica edilizia, il numero di ristrutturazioni deve aumentare in misura tale da permettere agli edifici più vecchi di acquisire maggiore efficienza energetica. Inoltre, i sistemi di riscaldamento devono essere indirizzati verso fonti di energia rinnovabili. Per i proprietari, ciò comporta spesso un investimento iniziale maggiore, ma per tutto il periodo di funzionamento, il riscaldamento rinnovabile è redditizio. Da un lato, è quindi importante che i proprietari siano ben informati, anche dalle autorità comunali. Dall’altro, l’ingente investimento iniziale, specialmente per le famiglie a basso reddito, può essere compensato da adeguati programmi di sostegno cantonali e comunali o da prestiti a interessi zero. Tuttavia, è chiaro che la decarbonizzazione rappresenta una sfida per molti comuni: le reti per il gas dovranno essere smantellate a medio termine e sono previsti nuovi investimenti, per esempio nelle reti per il teleriscaldamento. Affinché questa conversione giunga a buon fine, serve una pianificazione energetica a lungo termine. Per esempio, è importante identificare le zone in cui il teleriscaldamento va sviluppato oppure, al contrario, identificare tempestivamente le zone in cui la rete del gas va smantellata a medio termine.»

«La politica climatica comporta sfide impegnative per i cantoni e i comuni. Per esempio, è importante identificare le zone in cui il teleriscaldamento va sviluppato oppure, al contrario, identificare tempestivamente le zone in cui la rete del gas va smantellata a medio termine.»

Mario Cavigelli, presidente della Conferenza dei direttori cantonali dell’energia (EnDK)

L’iniziativa per i ghiacciai

Dal punto di vista politico, le politiche climatiche ed energetiche navigano ancora in acque tormentate. La revisione totale della legge sul CO 2 è attualmente sottoposta a referendum e la cosiddetta Iniziativa per i ghiacciai, che mira a sancire nella Costituzione il divieto categorico di utilizzare i combustibili fossili entro e non oltre il 2050, richiede un approccio più radicale di quello del Consiglio federale. L’ACS sostiene il controprogetto diretto del Consiglio federale perché costituisce un’alternativa auspicabile all’iniziativa popolare. Persegue un obiettivo simile: raggiungere emissioni nette di gas serra pari a zero entro il 2050. Tuttavia, il controprogetto tiene maggiormente conto della pluralità delle realtà comunali. È chiaro che la facilità di accesso di un abitante di Zurigo a un autobus, tram o treno regionale è nettamente maggiore che per un abitante di Corippo (TI). Le conseguenze finanziarie per questi comuni saranno troppo onerose e le soluzioni tecnologiche sostitutive saranno probabilmente ancora troppo limitate. Al pari della Confederazione l’ACS ritiene pertanto che, per ragioni di sicurezza energetica nazionale e di redditività economica, sia importante considerare la situazione particolare delle regioni di montagna e di periferia. Dopo i dibattiti in Parlamento, è prevista una votazione popolare tra il 2023 e il 2024.

L’ACS si impegna a garantire che il Fondo verde per il clima sostenga i comuni

L’ACS si impegna a garantire che il Fondo verde per il clima sostenga i comuni

Il Fondo verde per il clima è lo strumento finanziario previsto nella revisione totale della legge sul CO2. Sarà finanziato dalla tassa sul CO2, dalla tassa sui biglietti aerei, dai proventi dalle sanzioni e dalla vendita all’asta delle quote di emissione.

Il Fondo verde per il clima è lo strumento finanziario previsto nella revisione totale della legge sul CO2. Sarà finanziato dalla tassa sul CO2, dalla tassa sui biglietti aerei, dai proventi dalle sanzioni e dalla vendita all’asta delle quote di emissione.

Il Fondo verde per il clima permetterà di stanziare fondi a favore di misure per ridurre le emissioni di CO2 imputabili agli edifici (Programma Edifici), nonché programmi di sostegno per i cantoni e i comuni per attuare i progetti di riduzione delle emissioni (protezione del clima) e di adattamento ai cambiamenti climatici.

Il Fondo verde per il clima permetterà di stanziare fondi a favore di misure per ridurre le emissioni di CO2 imputabili agli edifici (Programma Edifici), nonché programmi di sostegno per i cantoni e i comuni per attuare i progetti di riduzione delle emissioni (protezione del clima) e di adattamento ai cambiamenti climatici.

Su mandato della Confederazione, l’ACS partecipa a un gruppo di lavoro diretto dalla Conferenza svizzera dei direttori delle pubbliche costruzioni, della pianificazione del territorio e dell’ambiente (DCPA), che riunisce gli attori istituzionali allo scopo di raggruppare e coordinare i progetti e le preoccupazioni potenzialmente sostenibili tramite il Fondo verde per il clima.

Su mandato della Confederazione, l’ACS partecipa a un gruppo di lavoro diretto dalla Conferenza svizzera dei direttori delle pubbliche costruzioni, della pianificazione del territorio e dell’ambiente (DCPA), che riunisce gli attori istituzionali allo scopo di raggruppare e coordinare i progetti e le preoccupazioni potenzialmente sostenibili tramite il Fondo verde per il clima.

Su proposta dell’ACS, un sondaggio è stato inviato a comuni, città e cantoni svizzeri per saperne di più sui progetti attuali e futuri nel campo della protezione del clima e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Venticinque comuni hanno partecipato al sondaggio ed elencato oltre 350 misure. La priorità assoluta: l’energia. Un prezioso laboratorio di idee utile per stimolare il dibattito sull’uso futuro del Fondo verde per il clima. Il lavoro procede. Il gruppo di lavoro ha espresso la sua valutazione e la palla passa ora alla Confederazione.

Su proposta dell’ACS, un sondaggio è stato inviato a comuni, città e cantoni svizzeri per saperne di più sui progetti attuali e futuri nel campo della protezione del clima e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Venticinque comuni hanno partecipato al sondaggio ed elencato oltre 350 misure. La priorità assoluta: l’energia. Un prezioso laboratorio di idee utile per stimolare il dibattito sull’uso futuro del Fondo verde per il clima. Il lavoro procede. Il gruppo di lavoro ha espresso la sua valutazione e la palla passa ora alla Confederazione.

L’ACS continuerà a lavorare per garantire che tutti i comuni possano beneficiare del Fondo verde per il clima e raggiungere insieme l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050. È importante che il livello comunale sia sostenuto nell’impegno verso la transizione energetica. Perché questo impegno riguarda le infrastrutture e, in questo settore, i miracoli non esistono: senza risorse economiche e nonostante tutta la buona volontà di questo mondo, non si può andare avanti.

L’ACS continuerà a lavorare per garantire che tutti i comuni possano beneficiare del Fondo verde per il clima e raggiungere insieme l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050. È importante che il livello comunale sia sostenuto nell’impegno verso la transizione energetica. Perché questo impegno riguarda le infrastrutture e, in questo settore, i miracoli non esistono: senza risorse economiche e nonostante tutta la buona volontà di questo mondo, non si può andare avanti.

Manon Röthlisberger
Responsabile progetti, Associazione dei Comuni Svizzeri
Traduzione: Annalisa Cipolla