Storia di un villaggio viticolo che diventa Città dell’energia
A Lavigny, l’Agenda 21 ha aperto la via alla Città dell’energia. Una dimostrazione di tenacia politica che ha portato il villaggio di Vaud a non perdere di vista i suoi obiettivi.
Lavigny ha impiegato 18 anni per ottenere il label «Città dell’energia». Il Comune di Vaud che si affaccia su Aubonne detiene il record di lentezza o è un modello di tenacia? Un po’ entrambe le cose, senza alcun dubbio, ma certamente ha dato prova di infinita pazienza, soprattutto nell’adattare il processo alle realtà dei piccoli comuni. Con poco meno di 1000 abitanti, Lavigny è chiaramente una delle più piccole Città dell’energia in Svizzera. Il suo nome è famoso soprattutto per il suo istituto medico, che sorge ai margini del villaggio da più di un secolo e conta quasi 800 collaboratori e centinaia di pazienti. È un importante partner sociale ed economico del villaggio e distribuisce il suo famoso calendario dell’Avvento alla fine di ogni anno. Si è sentito parlare parecchio di Lavigny anche per la società Ecorecyclage SA. Nella zona occidentale del Cantone di Vaud, l’impianto pilota dell’ex sindaco Luc Germanier è diventato il fulcro per i rifiuti verdi e alimentari, da cui si ricava metano per produrre biogas. Anche se le autorità locali non negano che queste aziende forti abbiano facilitato l’accesso al label, non è mai stato un fattore determinante da solo.
Due personalità testimoniano questa lunga storia. Bernard Rochat, sindaco uscente ed esperto di energia, ha lavorato per 37 anni alla Société Electrique des Forces de l’Aubonne (SEFA) e, da quando è stato eletto, siede a la commissione energia dell’ARCAM, l’associazione economica dei comuni del distretto di Morges. L’interesse del Comune per un’Agenda 21 locale risale all’alba degli anni Duemila. Una prima analisi è stata effettuata tra il 2003 e il 2005. La firma nel 2007 della Carta d’impegno per lo sviluppo sostenibile segna una pietra miliare. «È stata soprattutto la prima carta di sviluppo sostenibile approvata dal Cantone», ricorda Bernard Rochat. L’obiettivo Città dell’energia già vi figurava.
Una visione, un obiettivo e un accompagnamento
Ex direttore della scuola, Willy Favre, impiegato comunale incaricato dell’Agenda 21 dal 2016, è l’autore della tappa vittoriosa del label: «C’è voluto grande impegno per soddisfare le condizioni e sbloccare la somma finale. Ma lo volevamo davvero, con il consiglio era fatta, avevamo la maggioranza!» Bernard Rochat aggiunge e sottolinea: «Il fatto essenziale è che il label ci fornisce un quadro di riferimento. Senza una visione o un obiettivo, di sicuro si può partire, ma non è detto che si giunga a destinazione. L’altro aspetto è l’accompagnamento, soprattutto per un comune che non ha tecnici. Se non fosse stato per i nostri successivi consiglieri della Città dell’energia, non ce l’avremmo fatta.»
Sophie Borboën, dell’ufficio Bio-éco Sàrl di Vevey, è proprio l’attuale consulente in questione. «Il comune dispone di poche risorse, ma le autorità sono impegnate soprattutto a ristrutturare gli edifici comunali e a sviluppare i trasporti pubblici. L’approccio è più orientato allo sviluppo sostenibile che all’energia. Grazie al dinamismo della Commissione Agenda 21, apolitica, la visione può spaziare molto di più.»
Cos’è una Città dell’energia?
Cos’è una Città dell’energia?
Una Città dell’energia è un comune o una città che s’impegna in modo continuativo a favore di un utilizzo efficiente dell’energia, della protezione del clima e delle energie rinnovabili nonché di una mobilità sostenibile. A tal fine, sin dal 1992 l’Associazione Città dell’energia conferisce ogni quattro anni l’omonimo label. I criteri da soddisfare sono ambiziosi il che a lungo termine assicura standard elevati e rende il label un prezioso strumento di pianificazione e attuazione. Le Città dell’energia sono più di 460.
Una Città dell’energia è un comune o una città che s’impegna in modo continuativo a favore di un utilizzo efficiente dell’energia, della protezione del clima e delle energie rinnovabili nonché di una mobilità sostenibile. A tal fine, sin dal 1992 l’Associazione Città dell’energia conferisce ogni quattro anni l’omonimo label. I criteri da soddisfare sono ambiziosi il che a lungo termine assicura standard elevati e rende il label un prezioso strumento di pianificazione e attuazione. Le Città dell’energia sono più di 460.
Il label Città dell’energia è l’attestazione di una politica energetica e climatica coerente e orientata ai risultati. Le città e i comuni che hanno ottenuto il label attraversano un processo globale, costituito da diverse fasi, che li conduce verso una politica energetica e climatica sostenibile. Da Ayent a Zurigo, dalla Svizzera romanda attraverso quella tedesca fino in Ticino, le misure e le idee di Città dell’energia vengono attuate con successo ogni giorno.
Il label Città dell’energia è l’attestazione di una politica energetica e climatica coerente e orientata ai risultati. Le città e i comuni che hanno ottenuto il label attraversano un processo globale, costituito da diverse fasi, che li conduce verso una politica energetica e climatica sostenibile. Da Ayent a Zurigo, dalla Svizzera romanda attraverso quella tedesca fino in Ticino, le misure e le idee di Città dell’energia vengono attuate con successo ogni giorno.
Il label Città dell’energia viene conferito da una commissione indipendente dell’Associazione Città dell’energia. Il marchio è registrato nelle quattro lingue nazionali e in tutti i paesi europei.
Il label Città dell’energia viene conferito da una commissione indipendente dell’Associazione Città dell’energia. Il marchio è registrato nelle quattro lingue nazionali e in tutti i paesi europei.
Città dell’energia garantisce l’attuazione costante di misure di politica energetica e climatica - oltre le legislature e gli avvicendamenti di personale. È un modo per fare un bilancio della situazione e funge da strumento di controlling, in quanto evidenzia i risultati dell’impegno di politica energetica e li rende confrontabili negli anni. Una gestione intelligente delle risorse energetiche ripaga in franchi e centesimi.
Città dell’energia garantisce l’attuazione costante di misure di politica energetica e climatica - oltre le legislature e gli avvicendamenti di personale. È un modo per fare un bilancio della situazione e funge da strumento di controlling, in quanto evidenzia i risultati dell’impegno di politica energetica e li rende confrontabili negli anni. Una gestione intelligente delle risorse energetiche ripaga in franchi e centesimi.
Informazioni:
Informazioni:
www.cittadellenergia.ch
www.cittadellenergia.ch
Il successo di Lavigny: una fonte d’ispirazione per i piccoli comuni?
Il successo di Lavigny: una fonte d’ispirazione per i piccoli comuni?
L’energia è uno dei dossier chiave per i comuni, che attualmente affrontano importanti cambiamenti legislativi in materia con l’obiettivo di raggiungere le emissioni zero entro il 2050. In questo contesto, i comuni sono un partner essenziale e anche loro devono avviarsi verso la svolta energetica.
L’energia è uno dei dossier chiave per i comuni, che attualmente affrontano importanti cambiamenti legislativi in materia con l’obiettivo di raggiungere le emissioni zero entro il 2050. In questo contesto, i comuni sono un partner essenziale e anche loro devono avviarsi verso la svolta energetica.
Processo lungo quasi due decenni
Processo lungo quasi due decenni
Ma come ogni cosa, la volontà non è l’unico fattore del successo. Questo processo di transizione energetica è, come lo sottolineano i nostri politici comunali, un compito difficile e colmo d’insidie: l’installazione di pannelli solari si scontra molto spesso con le norme di pianificazione del territorio o di protezione edilizia, le nuove infrastrutture energetiche, come la geotermia, devono fare i conti con la realtà di un terreno troppo umido, un programma di spegnimento delle luci notturni deve rispettare le norme di sicurezza stradale o la creazione di un percorso pedonale per favorire la mobilità dolce deve giungere a compromessi con i privati, per fare alcuni esempi. Un percorso disseminato d’insidie che deve essere guidato da un capitano sicuro dei suoi obiettivi e impegnato a lungo termine. Stiamo parlando di un processo che è durato quasi due decenni.
Ma come ogni cosa, la volontà non è l’unico fattore del successo. Questo processo di transizione energetica è, come lo sottolineano i nostri politici comunali, un compito difficile e colmo d’insidie: l’installazione di pannelli solari si scontra molto spesso con le norme di pianificazione del territorio o di protezione edilizia, le nuove infrastrutture energetiche, come la geotermia, devono fare i conti con la realtà di un terreno troppo umido, un programma di spegnimento delle luci notturni deve rispettare le norme di sicurezza stradale o la creazione di un percorso pedonale per favorire la mobilità dolce deve giungere a compromessi con i privati, per fare alcuni esempi. Un percorso disseminato d’insidie che deve essere guidato da un capitano sicuro dei suoi obiettivi e impegnato a lungo termine. Stiamo parlando di un processo che è durato quasi due decenni.
Un grande investimento
Un grande investimento
Tuttavia, una visione stabile e dei politici stabili non sono ancora sufficienti. Il pomo della discordia rimane economico. Un label Città dell’energia richiede un massiccio investimento per un comune e, nel caso di uno di mille abitanti, non passa proprio inosservato nel bilancio: secondo le informazioni fornite dall’amministrazione, la spesa tra il 2007 e il 2020 ammonta a poco meno di 92 000 franchi, con 15 500 franchi di sovvenzioni federali e cantonali. Nel caso di Lavigny, dopo alcuni anni di restrizioni di bilancio si è riusciti a realizzare l’ultima fase dei lavori più cospicui, la ristrutturazione degli edifici comunali (300 000 franchi nel 2020).
Tuttavia, una visione stabile e dei politici stabili non sono ancora sufficienti. Il pomo della discordia rimane economico. Un label Città dell’energia richiede un massiccio investimento per un comune e, nel caso di uno di mille abitanti, non passa proprio inosservato nel bilancio: secondo le informazioni fornite dall’amministrazione, la spesa tra il 2007 e il 2020 ammonta a poco meno di 92 000 franchi, con 15 500 franchi di sovvenzioni federali e cantonali. Nel caso di Lavigny, dopo alcuni anni di restrizioni di bilancio si è riusciti a realizzare l’ultima fase dei lavori più cospicui, la ristrutturazione degli edifici comunali (300 000 franchi nel 2020).
L’aiuto esterno fornito dai coach dell’energia consente di ovviare alla mancanza di un servizio tecnico dedicato. Apre anche la porta a una rete di esperti che permettono un gradito scambio di esperienze su un tema così denso come l’energia e il clima. Un label Città dell’energia non è quindi fine a se stesso: il suo valore aggiunto consiste nella possibilità d’integrarvi il complesso quadro legale e di assecondarne l’evoluzione. In questo senso, tutti i comuni, indipendentemente dalle loro dimensioni, possono beneficiarne. A condizione, naturalmente, che dispongano delle risorse politiche ed economiche adeguate per mantenere aperto il cantiere di un progetto per oltre un decennio. Lavigny è quindi un successo indiscusso, ma ovviamente non può essere ripreso tale quale.
L’aiuto esterno fornito dai coach dell’energia consente di ovviare alla mancanza di un servizio tecnico dedicato. Apre anche la porta a una rete di esperti che permettono un gradito scambio di esperienze su un tema così denso come l’energia e il clima. Un label Città dell’energia non è quindi fine a se stesso: il suo valore aggiunto consiste nella possibilità d’integrarvi il complesso quadro legale e di assecondarne l’evoluzione. In questo senso, tutti i comuni, indipendentemente dalle loro dimensioni, possono beneficiarne. A condizione, naturalmente, che dispongano delle risorse politiche ed economiche adeguate per mantenere aperto il cantiere di un progetto per oltre un decennio. Lavigny è quindi un successo indiscusso, ma ovviamente non può essere ripreso tale quale.
Dai comuni e per i comuni: Barbara Schwickert, presidente Città dell’energia
In otto anni di presidenza, non meno di 142 nuovi comuni hanno ottenuto il label e possono ora fregiarsi di essere Città dell’energia. Nato più di trent’anni fa da un gruppo di città decise a rafforzare le loro politiche energetiche e ambientali andando oltre i requisiti dell’epoca, questo label si è gradualmente trasformato. Da un’azione idealista, il label 2021 è diventato un kit di strumenti pratici per i comuni, per affrontare al meglio la crescente complessità dei requisiti energetici e climatici. È un sottile gioco di equilibrio tra la «costanza» del catalogo di misure e l’«adattamento» ai cambiamenti, tanto legislativi quanto contestuali. Per esempio, un label quasi esclusivamente focalizzato sull’energia ora tiene ampiamente conto degli aspetti climatici. Barbara Schwickert sottolinea come buona parte dei comuni voglia disporre di una politica energetica efficiente. Il label ha questa vocazione di essere uno strumento creato «dai comuni e per i comuni». È questo uno dei suoi punti di forza: i suoi membri sono solo ed esclusivamente rappresentanti municipali. Ogni comune ha le sue particolarità, le sue esigenze e le sue sfide. Un programma «su misura», personalizzato per adattarsi a questa veste. L’approccio individuale, attuato tramite alcuni coach dell’energia, rappresenta il vero «valore aggiunto» di questo processo per ottenere il label. Un approccio che permette inoltre ai comuni di sapere «esattamente a che punto sono» in termini di politica energetica e di valutare il margine di miglioramento e le misure concrete per riuscirci. Così, l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050 si traduce in obiettivi e azioni concrete, misurabili e quantificabili, oltre a permettere alle autorità municipali e politiche di comunicare chiaramente gli effetti molto concreti dei programmi messi in atto.
È con orgoglio e utilizzando la parola «onore» che l’attuale presidente descrive questi otto anni a capo dell’associazione. Una grande avventura politica che ha permesso anche alla città di Bienne, dove è stata membro dell’esecutivo per dodici anni, di brillare. Era anche un modo per uscire dalla sua «bolla» municipale, condividere la propria esperienza e lavorare con molti altri comuni membri. Un bilancio positivo e la volontà instancabile di continuare a fornire ai comuni uno strumento di qualità per affrontare le sfide climatiche ed energetiche dei prossimi anni.