Un tempo i rustici erano importanti per l’agricoltura di montagna, ma oggi sono sempre più spesso abbandonati.

Preservare il paesaggio alpino

11.02.2023
1-2 l 2023

Con il «Manifesto rustici» si desidera promuovere il restauro di rustici nelle valli ticinesi e impedirne un irreversibile degrado. I comuni possono aiutare a sensibilizzare i proprietari.

I rustici fanno parte del paesaggio alpino nelle valli ticinesi. Per l’agricoltura di montagna un tempo svolgevano la funzione essenziale di stalla e abitazione in quota. Ma l’agricoltura di montagna non esiste quasi più e ne consegue il deterioramento di tanti rustici abbandonati con il rischio di crollo e di un impossibile recupero.

Per questo motivo l’Ente regionale di sviluppo del Locarnese e Valli (ERS-LV) ha lanciato un manifesto per promuovere, sensibilizzare e incentivare il restauro e la valorizzazione dei rustici. «Un tema annoso e problematico da affrontare, in particolare per quegli oggetti ubicati fuori zona edificabile, da un lato per decisioni talvolta difficili da digerire da parte delle autorità competenti, oppure ancora per l’intransigenza ritenuta eccessiva che Berna manifesta nei confronti del Ticino», diceva Giacomo Garzoli, presidente dell’ERS-LV, nel corso della conferenza stampa di ottobre 2022 a Locarno, dove fu presentato il «Manifesto rustici». In effetti il tema dei rustici è al centro di animate discussioni da diversi decenni perché per queste costruzioni, che spesso si trovano fuori zona edificabile, ci sono rigide norme da parte della Berna federale.

Promuovere il restauro

Il «Manifesto rustici» nasce con l’intento di favorire un discorso propositivo focalizzato sulle opportunità di restauro dei rustici. Secondo i promotori l’obbiettivo di tutti – Confederazione, Cantone, comuni, enti pubblici e cittadini privati – dovrebbe essere quello di salvaguardare, con precise regole, questi preziosi beni culturali e questi paesaggi antropizzati. Si tratta però anche di favorire una qualità diversificata del territorio che rifugga la banalizzazione, l’impoverimento e la perdita di tracce preziose del passato. «Un futuro dignitoso per le regioni periferiche lo si costruisce anche valorizzando le proprie tipicità, i rustici e il loro paesaggio circostante ne fanno parte di diritto», dice Aron Piezzi, già sindaco di Maggia, membro del Gran Consiglio (PLR) e uno dei promotori del Manifesto.

«Un futuro dignitoso per le regioni periferiche lo si costruisce anche valorizzando le proprie tipicità, i rustici e il loro paesaggio circostante ne fanno parte di diritto.»

Aron Piezzi, già sindaco di Maggia, membro del Gran Consiglio (PLR)

Andrea Sartori, l’attuale sindaco di Maggia, vede di buon occhio il Manifesto. «Il nostro comune come pure l'Associazione dei Comuni valmaggesi ASCOVAM sostengono questa iniziativa», dice, pur precisando che purtroppo i comuni in realtà hanno poco margine di azione in questa fattispecie. «Essendo gli oggetti fuori zona edificabile, le domande di costruzione vanno direttamente al Cantone che deve decidere – e poi ci sono le disposizioni federali.» Gli uffici tecnici comunali secondo Sartori possono dare una mano a spiegare le procedure e i comuni possono aiutare a diffondere il manifesto e sensibilizzare i proprietari, siano questi privati, fondazioni oppure altri enti.

«Essendo gli oggetti fuori zona edificabile, le domande di costruzione vanno direttamente al Cantone che deve decidere – e poi ci sono le disposizioni federali.»

Andrea Sartori, sindaco di Maggia (TI)

Questa visione viene condivisa da Moreno Celio, già capo della divisione ambiente nel Dipartimento territorio del Canton Ticino.  In questa funzione ha seguito il dossier rustici per anni. Celio – oggi in pensione – apprezza in particolare che grazie al manifesto ci sia un cambio di paradigma: «Il lamento del ticinese che dice di rischiare l’illegalità con la ristrutturazione di un rustico viene trasformata in un’occasione per fare qualcosa di positivo.» Celio ritiene che sia importante agire prima che sia troppo tardi: «Quando certi edifici sono diventati delle rovine non possono più essere restaurati per legge.» Mantenere i rustici effettuando restauri ben fatti è un modo di valorizzare il paesaggio.

«È giusto incentivare», dice pure Ivo Bordoli, sindaco del comune di Verzasca. Bordoli solleva però alcune difficoltà come gli alti costi di ristrutturazione e la dimensione delle costruzioni. In Val Verzasca tanti rustici abbandonati sono molto piccoli perché ai tempi della transumanza venivano usati per poco tempo. «Visto che non si possono fare aggiunte una loro trasformazione in una residenza secondaria interessa molto poco.»

«Visto che non si possono fare aggiunte una loro trasformazione in una residenza secondaria interessa molto poco.»

Ivo Bordoli, sindaco di Verzasca (TI)

Costi elevati

In effetti i costi di una ristrutturazione ben fatta non sono indifferenti. Un tetto in piode può costare più di 100 000 franchi. Anche se il Cantone dà sussidi, il proprietario deve assumersi ancora tante spese. I promotori del manifesto invitano perciò i proprietari che non sono in grado di sostenere i costi di ristrutturazione a mettere i loro oggetti in vendita sul mercato immobiliare.

Un altro problema sono le intricate forme di proprietà, a volte comunioni ereditarie di difficile reperibilità, che fungono spesso da ostacolo insormontabile. Per incoraggiare il riordino fondiario nel caso di comunioni ereditarie complesse e favorire trapassi ereditari più celeri, Aron Piezzi, con una mozione, ha chiesto al Consiglio di Stato di pensare a misure di incentivo fiscale.

A parte eventuali misure dell’ente pubblico, le iniziative private svolgono sempre un ruolo importante. Nell’aprile 2022, Aron Piezzi, ha fondato l’associazione PER GIÜMAI «che si prefigge di salvaguardare e valorizzare le testimonianze e i patrimoni architettonici, culturali, naturalistici e paesaggistici di Giumaglio – comune della Vallemaggia». ll primo progetto che PER GIÜMAI vuole affrontare è il restauro conservativo del nucleo di Piaröi ubicato a circa 1200 m s.m. Secondo Piezzi sono proprio questi piccoli nuclei in quota che vanno salvaguardati perché danno un plusvalore al paesaggio.

In questo senso si è mosso già nel 2019 il Comune di Gambarogno mettendo in vendita nove rustici sui Monti di Sciuga al prezzo simbolico di un franco, con precise condizioni per il restauro, proprio per valorizzare un luogo «splendido ed emozionante, con i suoi muri a secco». L’interesse iniziale per questa iniziativa era molto alto, centinaia di persone si sono interessate, ma dopo una visione degli edifici in disuso da anni e una ricognizione della zona tanti potenziali acquirenti si sono ritirati. In questo momento il dossier è bloccato a Berna, dicono alla cancelleria del Comune di Gamgarogno.

Gerhard Lob
Libero professionista