La resistenza dei comuni paga
L’obbligo della raccolta separata delle plastiche provenienti dalle economie domestiche a partire da giugno 2023 ha stupito i comuni ticinesi. Il Cantone concede una proroga, ma rimangono dubbi sull’attuazione.
In linea di massima sono tutti d’accordo. Raccogliere la plastica è una cosa buona. Ma i problemi si nascondono nel dettaglio. Il Consiglio di Stato del Cantone Ticino, nel novembre 2022, un po’ a sorpresa, ha deciso di introdurre l’obbligatorietà della raccolta separata delle plastiche maggiormente riciclabili presso i comuni, ovvero del polipropilene (PP) e del polietilene (PE), a partire da giugno del 2023.
Il nuovo obbligo ha disorientato i comuni, in particolare per la tempistica. «Non è realizzabile», dice Felice Dafond, sindaco di Minusio, presidente dell’Associazione dei comuni ticinesi (ACT) e membro del comitato dell’Associazione dei Comuni Svizzeri. Già nel novembre 2022, subito dopo la comunicazione, l’ACT ha inviato uno scritto a Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio, nel quale evidenziava «grande stupore e profondo disappunto» per la modifica, visto che gli enti locali che devono applicare la nuova norma, non erano stati coinvolti nella decisione. Si ricordava che i preventivi comunali devono essere licenziati entro il 31 ottobre e che l’introduzione di un nuovo servizio implica una modifica dei regolamenti per la gestione dei rifiuti e delle relative ordinanze, anche perché comprende la riscossione di una tassa causale. La lettera concludeva con la costatazione che le modifiche in questione non potranno essere implementate prima del 1o gennaio 2024.
«Il nuovo obbligo non è realizzabile.»
Non tutte le plastiche vengono riciclate
La decisione del Cantone è stata criticata anche da un altro punto di vista. L’Osservatorio per la gestione ecosostenibile dei rifiuti (OKKIO) non ha visto di buon occhio la decisione del dipartimento di limitare la raccolta alle sole plastiche PP e PE. Secondo questa associazione, con questa scelta, si ricicleranno solo il 15-20 percento delle plastiche in circolazione.
Sempre nel novembre 2022, una petizione dell’OKKIO al Consiglio di Stato ricordava che una ventina di comuni usa con successo il «sammelsack» nel quale vengono raccolte quasi tutte le tipologie di plastiche che vengono poi separate in un centro automatizzato in Austria, vicino al confine svizzero, per poi ritornare in Svizzera dove in gran parte vengono riciclate. Solo la parte non riciclabile (20-30%) viene convogliata ai cementifici o agli inceneritori svizzeri. Si citava Bellinzona come esempio per la raccolta con il «sammelsack» (vedi riquadro) e si sottolineava che il finanziamento della raccolta e il trattamento delle plastiche attraverso l’aumento della tassa di base, come voluto dal Cantone, sarebbe contrario al principio della causalità.
Flessibilità nell’implementazione
Un’interrogazione di Carlo Lepori (PS) e cofirmatari riprendeva questa preoccupazione, ma il Cantone non ha cambiato la sua posizione come si può leggere nella risposta del 15 marzo 2023 che riferendosi al «sammelsack» evidenzia la conclusione di uno studio secondo quale «tale metodo presenta diverse incognite, soprattutto legate al destino di alcune tipologie di plastiche. Lo stesso studio ha per contro chiaramente mostrato che il riciclaggio di due tipi di plastiche, PE e PP, non solo è fattibile ma anche ecologicamente ed economicamente sostenibile.» Il Cantone riconferma quindi la volontà di trovare una soluzione ticinese implicante la costruzione di un impianto proprio di riciclaggio per evitare trasporti della plastica raccolta.
Almeno per la tempistica il Cantone ha fatto un passo indietro, lasciando un po’ più tempo ai comuni. Nella sua risposta allo scritto dell’ACT il Dipartimento del territorio dice che qualora il termine del 1o giugno 2023 non potesse essere rispettato «sarà concessa ai comuni una certa flessibilità temporale».
L’esperienza di Bellinzona
Bellinzona è stata uno dei primi comuni ticinesi a introdurre la raccolta separata della plastica. Nel 2017, dopo l’aggregazione di 13 comuni del distretto, la città ha riorganizzato la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, che prima erano gestiti in modo indipendente da ogni comune. Nel 2019 ha introdotto un progetto pilota di raccolta della plastica attraverso il «sammelsack», un sacco per la raccolta di tutti i tipi di plastica. Il sistema era stato proposto da una ditta ticinese, la RS Recupero Materiali SA di Rivera-Bironico.
La città ha pure promosso uno studio, sostenuto parzialmente dal Cantone, per capire il percorso effettuato della plastica raccolta. Questo studio ha evidenziato che la raccolta separata della plastica ha dei vantaggi ecologici rispetto allo smaltimento tradizionale dei rifiuti solidi urbani (RSU) ma piuttosto marginali.
La gente ha risposto molto bene alla vendita dei sacchi di raccolta per la plastica – oltre le aspettative. Il consumo di sacchi è rimasto stabile negli anni. Nel 2019 sono state raccolte 127 tonnellate, nel 2020 la raccolta è stata di 160 tonnellate, nel 2021 di 153 tonnellate mentre nel 2022 di 133. Il calo era prevedibile poiché la città, a partire dal 2022, ha tolto il suo contributo finanziario al progetto. Col sostegno Il sacco costava 2.15 franchi invece di 2.50 come proposto da RS Recupero Materiali, in sostanza lo stesso prezzo del sacco ufficiale per i rifiuti RSU. Il minor prezzo rappresentava un incentivo per l’acquisto del sacco di raccolta per la plastica, ora il prezzo è salito a 2.50 franchi per cui la raccolta con il sacco specifico per la plastica non porta più un vantaggio finanziario per l’utente. I cittadini inoltre devono portare il sacco per la plastica presso uno dei quattro ecocentri del comprensorio. In altre parole: devono essere convinti che la raccolta separata sia una buona cosa.
Per la città l’impatto finanziario è neutro. «Mettiamo solo a disposizione lo spazio nei nostri centri di raccolta», dice Daniele Togni, responsabile dei Servizi urbani e ambiente della Città di Bellinzona. La distribuzione dei sacchi, ma anche il trasporto, è a carico della ditta RS. Secondo Togni la città di Bellinzona è pronta per l’introduzione dell’obbligo della separazione di plastiche come previsto dal Cantone. «Già ora saremmo verosimilmente in regola se continuiamo col sistema sammelsack», dice Togni. In ogni modo la città valuterà altre possibili alternative, in particolare la partecipazione a un sistema cantonale con la raccolta di solo due tipi di plastica.