Insieme, nel proprio comune
Retrospettiva sulle esperienze maturate negli ultimi cinque anni dall’Associazione dei Comuni Svizzeri e da quattro comuni pilota nell’ambito del progetto «in comune». L’ACS ne tira un bilancio positivo.
Come promuovere e rafforzare la partecipazione politica e sociale della popolazione alla vita del proprio comune? È questa la domanda che ha guidato il lavoro dell’ACS e di quattro comuni pilota nell’ambito del progetto «in comune», finanziato dal programma «Citoyenneté» della Commissione federale della migrazione (CFM). L’ACS ha accompagnato i quattro comuni nello sviluppo, nella realizzazione e nella valutazione di progetti partecipativi realizzati anche grazie alle risorse finanziarie provenienti dal fondo di «in comune». In totale sono stati realizzati dodici progetti nei comuni di Bühler (AR), Bussigny (VD), Chippis (VS) e Mendrisio (TI).
Bühler e Bussigny: chi ben comincia…
… è a metà dell’opera! Questa espressione ben si addice agli albori del progetto «in comune». Nei primi due comuni coinvolti, infatti, le esperienze sono state più che positive. In entrambi i comuni i progetti realizzati hanno riscosso un buon successo presso la popolazione e coinvolto numerosi volontari. Il Comune di Bühler nel Mittelland appenzellese ha sviluppato dei progetti dedicati a tutte le generazioni – un evento per i pensionati residenti nel Comune, un luogo di incontro per i giovani e una serata karaoke per tutte le età. A Bussigny, situato nella periferia losannese, ci si è voluti concentrare sul quartiere a sud della stazione, ritenuto un po’ ai margini della vita sociale del paese. La sistemazione di fiori e piante in alcuni spazi pubblici, i momenti di incontro organizzati con il corteo natalizio, il carnevale dei bambini e un pranzo in comune, nonché la giornata di pulizia del quartiere sono stati molto apprezzati dalla popolazione. Alcuni di questi eventi si sono tenuti anche negli anni successivi.
Chippis: coinvolgere bambini e giovani nella vita del comune
A Chippis, villaggio di circa 1700 abitanti situato nei pressi di Sion, sono stati sviluppati due progetti. La necessità identificata dal Comune di meglio rispondere ai bisogni della fascia d’età tra i 18 e i 25 anni ha portato allo sviluppo del «progetto giovani». Attraverso un sondaggio online e poi degli incontri con i giovani è sorta l’idea di fondare una società dei giovani con il coinvolgimento attivo degli stessi. A causa della pandemia di Covid-19, la società fondata alla fine del 2019 non ha purtroppo ancora visto un vero inizio delle sue attività. I lavori sono al momento in stand-by, tuttavia, ci sono tutte le premesse per dar vita ad un programma interessante per i giovani, non appena la situazione lo permetterà. Sviluppando un progetto partecipativo con i giovani, il Comune ha voluto indirettamente promuovere la loro educazione civica. Martine Perruchoud, municipale a capo del dicastero Educazione, giovani, sport, tempo libero spiega che il Comune si è posto come obiettivo globale quello di promuovere l’integrazione e l’educazione civica di questa fascia d’età. Il «progetto cabine» ha invece permesso al Comune di convertire due vecchie cabine telefoniche in una scatola dei giochi ed una piccola biblioteca, che sin dalla loro apertura sono state apprezzate ed utilizzate dalla popolazione. Per il tramite di Evelyne Emery, animatrice socioculturale, i bambini sono stati coinvolti nella realizzazione delle decorazioni della cabina dei giochi e sensibilizzati alla buona gestione della stessa.
Mendrisio: spazio ai giovani
A Mendrisio si è deciso di sviluppare un progetto per e con i giovani dai 14 e i 19 anni. La città nel sud del Ticino conta oggi, dopo la fusione con diversi nuclei adiacenti, dieci quartieri ed oltre 15'500 abitanti. Il Comune ha voluto fin dall'inizio concentrarsi sul tema dell'incontro e dell'inclusione e sviluppare un progetto in collaborazione con il Centro giovani di Mendrisio, una realtà attiva da molti anni e ben funzionante. A febbraio 2020 i giovani sono stati invitati a partecipare al progetto «Racconta la tua Mendrisio in un progetto video» e a inviare dei video da loro realizzati in cui descrivono la loro città e la loro vita quotidiana. Dopo una pausa piuttosto lunga dovuta alla pandemia di coronavirus, a fine estate alcuni giovani hanno realizzato i loro video e in autunno è stato realizzato un cortometraggio con il supporto di uno studio fotografico della regione. Il titolo è «Riprendo il mio diritto. La città a modo mio». Con questo gioco di parole si vuole fare riferimento al doppio significato della frase «riprendo il mio diritto»: da un lato, la volontà dei giovani di recuperare e far valere i propri diritti di cittadini, dall’altro, riprendere come sinonimo di filmare. Luca De Stefano, responsabile del Centro giovani di Mendrisio, che si è occupato del progetto con i ragazzi, lo definisce un «messaggio di significato». I giovani mostrano infatti come vivono e abitano gli spazi della città ed illustrano quindi la loro percezione dello spazio pubblico. «Il video realizzato è un documento autentico di come ragazze e ragazzi ridanno significato agli spazi pubblici. Spesso li vivono e li reinterpretano in maniera diversa e personale dalla funzione per la quale sono stati progettati», dice Luca De Stefano. La Città di Mendrisio si augura che il video possa rivelarsi di interesse anche per altri comuni e per il Cantone nell’ambito di progetti di pianificazione territoriale.
Obiettivo numero uno, coesione sociale
Nei quattro comuni che hanno partecipato al progetto emerge chiaramente la volontà di lavorare sulla tematica della partecipazione per rinforzare la coesione sociale all’interno della propria realtà. Nonostante la diversa concretizzazione nei quattro scenari, i progetti scelti mirano ad offrire alla popolazione momenti di incontro e di scambio e a migliorare il dialogo fra la cittadinanza e le autorità. Il bilancio tratto dal team di progetto ACS e dalle autorità responsabili dei quattro comuni è positivo. Nel corso del progetto si è registrata tuttavia anche qualche difficoltà, data essenzialmente da tempistiche più lunghe rispetto a quanto previsto per la realizzazione di ogni progetto. Le ambizioni iniziali, secondo cui i comuni pilota sarebbero stati seguiti in tempi relativamente rapidi da altri comuni a cui l’ACS avrebbe potuto fornire una sorta di consulenza mirata, non sono dunque state realizzate. Nell’ultimo anno, il contesto creato dalla situazione di emergenza ed in particolare l’arresto degli incontri e delle attività ricreative ha protratto ulteriormente i tempi ed impedito ai comuni di Chippis e di Mendrisio di sviluppare i propri progetti come inizialmente delineato.
«La democrazia dipende dall'apertura delle opportunità di partecipazione politica a tutta la popolazione»
Partecipazione: un valore aggiunto
Con il progetto quinquennale «in comune», l’ACS ha potuto dedicarsi in modo mirato alla tematica della partecipazione a livello comunale, lavorando a stretto contatto con i comuni per capire quali sono effettivamente le loro necessità in tema di partecipazione. Le diverse realtà geografiche e linguistiche del nostro paese rendono la concezione e lo sviluppo di progetti in tema di partecipazione ancora più interessanti. In ogni caso, per quanto riguarda la partecipazione della popolazione, non ci sono barriere che tengono – né in termini di lingua, geografie, età, origine. Un’osservazione condivisa da Élodie Morand, responsabile del programma «Citoyenneté», che sottolinea che «la democrazia dipende dall'apertura delle opportunità di partecipazione politica a tutta la popolazione.»
Nonostante il progetto sia giunto al termine, il tema della partecipazione resta molto importante per l’ACS. La partecipazione della popolazione è infatti un elemento fondamentale per una società funzionante. Basti pensare al sistema di milizia, uno dei pilastri della politica svizzera, che si basa proprio sulla volontà individuale delle decine di migliaia di persone di ricoprire, accanto alle proprie attività professionali e familiari, una carica pubblica nell’interesse del bene comune. Ma anche al valore aggiunto in termini di accettazione da parte della popolazione di progetti che scaturiscono proprio dal coinvolgimento di quest’ultima nella progettazione e nello sviluppo locale attraverso processi partecipativi capaci di generare nuove idee e decisioni condivise. Insomma, la partecipazione dei cittadini alla vita (politica) è essenziale a tutti i livelli istituzionali. E proprio per questo l’ACS continuerà a occuparsi di questo tema.
Il progetto «in comune», con l’obiettivo di promuovere e rafforzare la partecipazione politica e sociale della popolazione a livello comunale, ha ricevuto il sostegno del programma «Citoyenneté» della Commissione federale della migrazione. Il programma sostiene progetti che sviluppano e promuovono nuove forme di partecipazione; particolare importanza è data all’inclusione di quelle fasce di popolazione che non possono partecipare alla vita politica in senso stretto. Iniziato nel 2016, il progetto «in comune» si è concluso a dicembre 2020. Oltre all’accompagnamento di comuni pilota, l’ACS ha sviluppato una piattaforma online per la partecipazione a livello comunale, in-comune.ch.