«Il comune mi ha informato che forse alcuni dei miei dati erano stati hackerati»
L’epidemiologo Marcel Salathé ha contribuito a sviluppare l’applicazione Swiss Covid. All’Assemblea generale (AG) dell’Associazione dei Comuni Svizzeri il prossimo 19 maggio parlerà delle opportunità e dei rischi dei comuni digitalizzati.
Per i comuni che cosa significa, in concreto, la tanto citata digitalizzazione? Che cosa deve fare l’amministrazione di un villaggio, di una città o di un agglomerato per lavorare in maniera «smart»? A queste e ad altre domande cercheranno risposta gli esperti e i politici che parteciperanno all’AG dell’Associazione dei Comuni Svizzeri il prossimo 19 maggio (cfr. Infobox). Tra gli ospiti anche il professor Marcel Salathé, che dirige il laboratorio di epidemiologia digitale al Politecnico federale di Losanna.
Prof. Dr. Marcel Salathé, dopo oltre due anni di pandemia di coronavirus, che voto darebbe alle autorità svizzere in termini di digitalizzazione?
(sorride) Mi riservo il diritto di dare voti solo ai miei studenti.
All’inizio della pandemia, l’UFSP fece notizia perché ancora riceveva alcuni dati via fax...
Di certo sarebbe stata alquanto utile una maggiore digitalizzazione della Svizzera e vari esempi lo dimostrano. Effettivamente si è riusciti a sviluppare in poco tempo anche l’applicazione Swiss Covid, ma poi non è stata ben integrata nel nostro sistema sanitario. Allo stesso tempo, la tecnologia dell’applicazione ha dimostrato di essere solida da un punto di vista mondiale.
Lei ha contribuito a sviluppare questa applicazione. A quale conclusione è giunto?
La tecnologia che supporta l’applicazione ha funzionato davvero bene in molti Paesi. In Inghilterra, per esempio, è stato dimostrato che ha prevenuto centinaia di migliaia di contagi e dunque ha salvato la vita a centinaia o migliaia di persone. In Svizzera, tuttavia, l’applicazione era più che altro un corpo estraneo nel sistema. Solo per attivare l’applicazione serviva un codice e questo talvolta richiedeva troppo tempo. Quindi per concludere mi sento un po’ dibattuto.
Come sarebbe andata la pandemia se il mondo non fosse stato ancora «digitalizzato»?
Naturalmente, tutto sarebbe stato molto più complicato e più lento. A cominciare proprio dalla scoperta del virus: nel giro di poco tempo la sequenza genetica del virus era a disposizione di tutti su internet. Di conseguenza, il progetto di un vaccino era pronto nel giro di pochi giorni soltanto. Niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza la digitalizzazione.
Dalla pandemia alle autorità: in quali settori la digitalizzazione può cambiare le amministrazioni comunali?
Da un lato, la digitalizzazione può ridurre le spese di un’amministrazione comunale. Dall’altro, può anche migliorare l’interazione con i cittadini. Per fare un esempio concreto: i miei figli vanno ancora a scuola. Se vogliono mangiare alla mensa scolastica, devono pagare con buoni cartacei. Ma questi buoni cartacei sono acquistabili solo allo sportello comunale, che è aperto solo due mezze giornate alla settimana. Questi buoni certamente non sono più al passo con i tempi.
Dunque quale sarebbe la sua soluzione?
Bisognerebbe fare una piccola riflessione, magari i ragazzi che hanno un cellulare potrebbero anche utilizzarlo per pagare? O per lo meno la possibilità di ordinare online e stampare a casa questi buoni. Sono sicuro che ci sono migliaia di esempi del genere che dimostrano come i comuni potrebbero semplificare la vita ai loro cittadini e anche a loro stessi grazie alla digitalizzazione.
«Molti comuni sono piuttosto piccoli e potrebbero non disporre dei mezzi necessari per proteggersi in modo professionale dagli attacchi degli hacker.»
Vede anche dei rischi nella crescente digitalizzazione?
Certo. Recentemente, un comune mi ha comunicato che forse alcuni dei miei dati erano stati hackerati. Sfortunatamente, questi ciberattacchi ai comuni stanno diventando sempre più frequenti. Allo stesso tempo, molti comuni sono piuttosto piccoli e potrebbero non disporre dei mezzi necessari per proteggersi in modo professionale dagli attacchi degli hacker. Senza dubbio in questo settore servono ancora delle soluzioni.
Non teme che, a causa della crescente digitalizzazione, l’amministrazione comunale si allontani progressivamente dai propri cittadini?
Non credo proprio. Penso che funzioni un po’ come la medicina: più un’amministrazione comunale è digitalizzata, più tempo c’è per lo scambio reale. O per dirla in altre parole: se non devo perdere tempo ad andare a ritirare quei buoni cartacei, ho più tempo per partecipare alle attività comunali in altro modo, se è quello che voglio. Vedo la digitalizzazione soprattutto come un’opportunità.
Save the date! Assemblea generale il 19 maggio 2022
Dopo due anni in cui la nostra AG si è potuta svolgere solo in formato digitale a causa della pandemia, l’Associazione dei Comuni Svizzeri può ora tornare ad accogliere i propri membri di persona. La nostra prossima AG si terrà giovedì mattina, 19 maggio 2022, presso il centro congressi La Marive di Yverdon-les-Bains (VD).
In aggiunta agli affari statutari, affronteremo nel dettaglio la digitalizzazione e le sue opportunità nonché i rischi per i comuni. Oltre al nostro intervistato, il Prof. Dr. Marcel Salathé, la discussione sarà presieduta dalla corrispondente della SRF Felicie Notter e coinvolgerà la consigliera di Stato vodese Christelle Luisier Brodard, Peppino Giarritta dell’organizzazione Amministrazione Digitale Svizzera, Chantal Weidmann Yenny dell’Union des Communes Vaudoises e il consigliere agli Stati nonché presidente dell’ACS Hannes Germann. Gli inviti sono stati spediti di recente. In occasione dell’AG è prevista l’interpretazione simultanea tedesco-francese. L’Associazione dei Comuni Svizzeri è lieta di accogliervi presto a Yverdon-les-Bains!
Maggiori informazioni: www.chgemeinden.ch