
I comuni, dove i richiedenti l’asilo trovano casa
Il 70% delle persone che lasciano il proprio Paese a causa di guerre e persecuzioni trova rifugio nei Paesi vicini. Solo un numero ristretto di loro – uomini, donne e bambini – arriva in Svizzera e vi chiede asilo. I comuni svolgono un lavoro straordinario. Resta tuttavia una sfida importante l’offerta di alloggi e prospettive alle persone che hanno il diritto di rimanere.
La gestione del settore dell’asilo è un compito comune per la Confederazione, i cantoni e i comuni. Tutti e tre i livelli devono procedere nella medesima direzione e trovare insieme buone soluzioni. Un compito centrale dell’Associazione dei Comuni Svizzeri consiste nel richiamare instancabilmente l’attenzione della Confederazione e dei cantoni sull’importante ruolo dei comuni e nel chiedere ripetutamente il loro coinvolgimento nelle discussioni e nei negoziati. In questo modo, l’Associazione rappresenta l’intera diversità dei comuni svizzeri che, a seconda del cantone, assumono responsabilità e compiti differenti nel settore dell’asilo.
Rappresentanza nello Stato maggiore speciale Asilo
In alcuni cantoni, i comuni si assumono la responsabilità dell’alloggio, dell’integrazione e dell’aiuto sociale molto rapidamente dopo l’assegnazione del cantone, a volte anche prima che la decisione di asilo sia stata finalizzata. Questi comuni hanno dovuto affrontare sfide molto impegnative quando la Russia ha invaso l’Ucraina nel 2022 e migliaia di persone sono fuggite in Svizzera in un brevissimo lasso di tempo. Durante questo periodo difficile, l’ACS ha rappresentato i comuni in uno Stato maggiore speciale convocato dalla Confederazione, ha evidenziato le difficoltà affrontate dai comuni e ha avanzato richieste, ad esempio che la Confederazione contribuisse immediatamente ai costi per promuovere l’integrazione.
L’ACS sta inoltre lavorando all’interno di vari comitati tripartiti per garantire che i comuni possano svolgere i loro compiti in buone condizioni quadro e utilizzare le loro risorse in modo mirato. Una delle principali richieste dell’ACS è che la Confederazione riduca rapidamente l’arretrato delle domande di protezione pendenti da parte degli ucraini, sgravando così i comuni. Attualmente ci sono circa 22 000 persone in attesa di una decisione in materia di asilo, il che aggrava ulteriormente il problema degli alloggi.
Collaborazione alla «Strategia globale per l’asilo»
L’ACS riconosce però anche il ruolo dei comuni, che assumono la gestione dei casi dei richiedenti l’asilo solo in una seconda fase. Indipendentemente dai compiti assegnati ai comuni a seconda del cantone, essi hanno un denominatore comune fondamentale: il comune è il luogo in cui i richiedenti l’asilo si trovano quotidianamente. Anche se le persone vivono in un centro per i richiedenti l’asilo gestito dalla Confederazione o in alloggi di emergenza gestiti dal cantone, molte sfide rimangono ai comuni in cui sorgono questi centri. È qui che incontrano i vicini, fanno la spesa, trascorrono il tempo libero e utilizzano i trasporti pubblici. I richiedenti l’asilo si avvalgono di strutture locali regolari, come scuole e ospedali, e rimangono nei comuni anche una volta che il sostegno finanziario della Confederazione e dei cantoni è scaduto, dopo 5 o 7 anni, e scompaiono da molte statistiche. Nei comuni, i richiedenti l’asilo fanno parte del tessuto sociale e vivono «l’integrazione» nella vita quotidiana. Oppure restano ai margini e sollecitano la società ospitante.

«Nonostante le risorse spesso limitate, i comuni svolgono un lavoro straordinario e contribuiscono in larga misura a garantire che i richiedenti l’asilo possano prendere parte alla nostra società.»
L’ACS porta ripetutamente l’argomento nella discussione strategica e politica e sottolinea la necessità d’intervento che ne deriva agli occhi dei comuni. Insieme ai cantoni e alle città, ha potuto lavorare per rilanciare la «Strategia globale per l’asilo», indetta dal consigliere federale Beat Jans, che includerà anche le prospettive dei comuni. Entro l’estate del 2025, sarà condotta un’analisi approfondita del sistema dell’asilo, compresa l’applicazione dello statuto di protezione S, a tutti e tre i livelli statali. Sebbene il sistema di asilo in Svizzera funzioni bene in linea di principio, ci sono nuove sfide e possibilità di aggiustamento, in particolare alla luce della guerra in corso in Ucraina. Ad esempio, la capacità del sistema di gestire le fluttuazioni. L’ACS s’impegna a garantire che la Confederazione possa accogliere la maggior parte dei richiedenti l’asilo anche nei periodi in cui le domande sono superiori alla media e chiede che la capacità di accoglienza aggiuntiva non ricada unicamente sui comuni.

Il lavoro straordinario dei comuni
Oltre a rispondere alle richieste specifiche dei comuni, l’ACS richiama l’attenzione sul fatto che non è solo nelle città, ma anche nei comuni di medie e piccole dimensioni della Svizzera che arrivano e si stabiliscono le persone con un passato difficile come rifugiati. Nonostante le risorse spesso limitate e i complessi requisiti legali, i comuni svolgono un lavoro straordinario e contribuiscono in larga misura a garantire che i richiedenti l’asilo possano prendere parte alla nostra società e diventare un’opportunità per la Svizzera. Questo lavoro dei comuni deve essere riconosciuto a tutti i livelli.