I comuni deplorano una costante perdita di autonomia
I risultati del Monitoraggio comunale nazionale mostrano che i comuni si considerano ancora performanti, ma deplorano una costante perdita di autonomia. Le riforme della gestione sono ad ampio raggio.
La maggior parte dei comuni svizzeri è convinta di svolgere i propri compiti garantendo una buona qualità. Tuttavia, vi sono notevoli differenze tra le singole tipologie di compiti: i comuni avvertono i problemi maggiori nella pianificazione del territorio e di zona (22,3%) e nell’assistenza sociale (21,4%), seguiti dalle prestazioni dell’esecutivo comunale (19,6%), dall’informatica e dall’amministrazione comunale (18,2% ciascuno) e infine dall’approvazione delle domande di costruzione (17,4%).
Se consideriamo l’evoluzione tra il 2009 e il 2017 sulla base delle singole mansioni, i miglioramenti più marcati in termini di prestazioni si sono ottenuti per i vigili del fuoco e i compiti di polizia municipale. La situazione per i comuni è diventata più precaria soprattutto nella pianificazione del territorio e di zona e nella gestione finanziaria. Mentre i compiti sono raggruppati in aree di competenza, la situazione si è deteriorata in particolare nei settori del governo e dell’amministrazione nonché delle infrastrutture.
Autonomia comunale in calo
Su una scala da 1 a 10 (10 = autonomia molto elevata), i comuni valutano la loro autonomia nei confronti della Confederazione e dei cantoni come media, con un valore di 4,6. Esistono notevoli differenze a seconda dei cantoni: quelli germanofoni percepiscono un’autonomia più elevata (5,3) rispetto a quelli francofoni e al Ticino, che tendenzialmente assumono una posizione mediana (4,1). Vale la pena notare che oltre il 70 per cento dei segretari comunali ritiene che l’autonomia del proprio Comune sia diminuita negli ultimi 10 anni, a fronte di una quota che era ancora del 60 per cento nel 2005.
Complessivamente, nelle amministrazioni comunali svizzere lavorano circa 92 000 collaboratori. La dimensione delle amministrazioni è molto eterogenea. Circa la metà dei comuni non impiega più di cinque persone. Le città, invece, hanno ampi apparati amministrativi con diverse centinaia o migliaia di collaboratori. La maggior parte dei comuni ha aumentato il numero dei propri dipendenti negli ultimi dieci anni. I segretari comunali occupano una posizione chiave nei rapporti tra amministrazione e politica. Hanno in media 49,2 anni e spesso molti anni di esperienza professionale per la loro carica. La percentuale di donne raggiunge il 40,2 per cento.
Riforme della gestione per i comuni più grandi
Negli ultimi anni sono state attuate numerose riforme nelle amministrazioni comunali. Quasi tre quarti dei comuni (73,9%) si affidano al trasferimento di compiti a terzi (outsourcing). Molto diffusa è anche la pianificazione legislativa (69,5%) e il ricorso a servizi comunali via internet (69,3%). Oltre la metà dei comuni ha elaborato delle linee direttive per la politica comunale (59,3%), utilizza strumenti di controllo (57,2%) o ha familiarità con il piano integrato dei compiti e delle finanze (53,6%). Le riforme della gestione sono particolarmente diffuse nelle città e nei comuni più grandi.
Le fusioni comunali, un dibattito ancora aperto
Il numero di comuni è in forte diminuzione dagli anni 1990: mentre nel 1990 i comuni erano ancora 3021, nel 2021 sono solo 2172. Le fusioni catalizzano l’attenzione nei dibattiti politici: quasi la metà dei comuni (48,8%) ha prospettato una possibile fusione con uno o più comuni limitrofi tra il 2010 e il 2017. Queste discussioni si sono svolte con una frequenza superiore alla media nella Svizzera romanda (63,5%), italiana (78,3%) e romancia (87,5%), mentre nella Svizzera tedesca solo due comuni su cinque hanno ventilato una possibile fusione (39,4%).
Collaborazioni intercomunali
La collaborazione intercomunale (CIC) continua a essere un importante tema di riforma. Suddivisi per compiti individuali, oltre la metà dei comuni collabora con uno o più comuni limitrofi per quanto riguarda Spitex (67%), vigili del fuoco (62%) nonché case di riposo e di cura (57,4%). Tuttavia, tra il 40 e il 50 per cento continua a collaborare con uno o più comuni limitrofi in vari settori: sostegno e assistenza agli anziani, assistenza sociale, smaltimento dei rifiuti, approvvigionamento energetico, custodia dei bambini complementare alla famiglia, gestione delle acque di scarico e trasporti pubblici. C’è ancora poca collaborazione nei compiti fondamentali delle amministrazioni e delle autorità comunali, che sono particolarmente importanti per l’identità comunale.
Consulenza esterna diffusa
Non solo i comuni collaborano tra loro, ma anche i servizi di consulenza esterna hanno acquisito importanza. Nel periodo dal 2012 al 2017, più dei due terzi dei comuni svizzeri (68,6%) si sono avvalsi di tale consulenza, soprattutto per i servizi informatici (61,8%). Oltre la metà dei comuni svizzeri ricorre a un sostegno puntuale per alcuni progetti (51,1%).
Monitoraggio comunale nazionale
Nell’ambito del Monitoraggio comunale nazionale, tutti i segretari comunali hanno partecipato a un sondaggio sullo stato e sullo sviluppo del proprio Comune. L’ultimo monitoraggio del 2017 ha registrato un tasso di risposta dell’82,2 per cento. Il sondaggio del 2017 è stato condotto dalla ZHAW, insieme all’IDHEAP di Losanna, e finanziato del Fondo Nazionale Svizzero. È il sesto nel suo genere e ci permette di esaminare questioni specifiche sullo sviluppo dei comuni in Svizzera sull’arco di 25 anni.
Il libro con i risultati è stato pubblicato in marzo, in lingua tedesca: Steiner, R., Ladner, A., Kaiser, C., Haus, A., Amsellem, A. e Keuffer, N. (2021): Zustand und Entwicklung der Schweizer Gemeinden (stato e sviluppo dei comuni svizzeri), Somedia: Glarus.