Agenda 2030, biodiversità e paesaggio: le posizioni dell’ACS
L’Associazione dei Comuni Svizzeri (ACS) sostiene l’orientamento della strategia del Consiglio federale per uno sviluppo sostenibile (Agenda 2030). La strategia si applica tuttavia principalmente alla politica federale. I cantoni e i comuni sono invitati a contribuire al raggiungimento degli obiettivi – per l’ACS è importante che questa strategia non sia vincolante e che i comuni mantengano le proprie competenze in materia di sostenibilità; le loro esperienze in parte già solide con i propri programmi e con le proprie azioni di carattere innovativo a livello locale possono essere fonte d’ispirazione anche sul piano federale. In primavera, nella sua risposta alla consultazione, l’ACS ha sottolineato che le strutture tripartite di collaborazione esistenti offrono una buona base per raggiungere obiettivi comuni.
Iniziativa Biodiversità
In Svizzera la biodiversità non gode di buona salute. Quasi la metà dei tipi di habitat e circa un terzo di tutte le specie di piante, animali e funghi conosciute sono minacciate. Nel dicembre del 2020 il Consiglio federale ha dichiarato che questo declino continua nonostante le misure adottate finora. Tuttavia, respinge l’iniziativa popolare federale «Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio» (iniziativa Biodiversità) presentata dall’associazione promotrice «Sì a più natura, paesaggio e cultura della costruzione» nel settembre del 2020 poiché limita eccessivamente il margine d’intervento dei cantoni nel settore del paesaggio. «La protezione più rigorosa richiesta dall’iniziativa costituisce una restrizione eccessiva per l’economia e per altri settori politici, come ad esempio la politica energetica, in particolare nel caso delle zone protette di dimensioni più ridotte.»
Il Consiglio federale sostiene pertanto un controprogetto indiretto. L’obiettivo principale è quello di delimitare il 17 per cento del territorio nazionale come area protetta per la biodiversità. Attualmente, la percentuale di queste zone protette in Svizzera ammonta al 13,4 per cento. L’obiettivo di raggiungere una superficie del 17 per cento non è inedito: nel 2012 il Consiglio federale lo aveva già fissato nella Strategia Biodiversità Svizzera. Ora occorre integrarlo nella legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN) come componente del controprogetto indiretto. Altri elementi sono:
rafforzare la protezione delle specie nelle zone urbane e negli agglomerati utilizzando le superfici insediative per la biodiversità, per esempio i tetti verdi;
risanare i biotopi nazionali esistenti;
includere gli elementi indiscussi della revisione della legge sulla caccia – come ad esempio il collegamento delle riserve faunistiche – che è stata respinta dal Popolo nel settembre del 2020;
sancire un obbligo legale per i cantoni di considerare gli inventari federali nel settore della cultura della costruzione. Siccome questa disposizione esiste già a livello di ordinanza, secondo il Consiglio federale non andrebbero a crearsi ulteriori obblighi.
La necessità d’intervenire è indiscussa anche dal punto di vista dell’Associazione dei Comuni Svizzeri, che sottolinea al contempo come già moltissimi comuni siano attivi sul fronte della protezione della biodiversità. L’ACS sostiene l’approccio tramite un controprogetto indiretto e tramite le modifiche alla legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN). Sussistono tuttavia alcune riserve: ad esempio, l’ACS respinge la definizione di un obiettivo di superficie esplicito nella legge e sostiene invece le migliorie qualitative dell’infrastruttura ecologica per le zone di protezione e connessione. Inoltre, secondo l’ACS c’è il pericolo che l’espansione delle zone di protezione risulti in contrasto con gli obiettivi della Strategia energetica 2050. L’ACS teme inoltre che i comuni debbano affrontare costi elevati ancora difficili da stimare con precisione. Il piano di misure della Confederazione prevede una spesa annua supplementare di 100 milioni di franchi per la Confederazione, 140 milioni per i cantoni e 10 milioni per i comuni. L’entità dei costi trasferiti ai comuni dipende molto dalle singole legislazioni cantonali. L’ACS chiede altresì che il livello comunale benefici dei fondi federali.
La qualità del paesaggio e una cultura della costruzione di qualità sono richieste importanti dei comuni. Tuttavia, l’ACS preferisce sempre soluzioni tripartite. Per quanto riguarda il fatto di sancire un obbligo legale per i cantoni di tenere conto degli inventari federali nell’ambito della cultura della costruzione, l’ACS condivide il punto di vista della Conferenza svizzera dei direttori delle pubbliche costruzioni, della pianificazione del territorio e dell’ambiente (DCPA), secondo cui i compiti dei comuni vanno definiti esplicitamente.
Iniziativa Paesaggio
Contemporaneamente all’iniziativa Biodiversità, è stata presentata anche l’iniziativa Paesaggio, che si concentra sulla costruzione al di fuori delle zone di costruzione. Il Consiglio federale ha rinunciato a presentare un proprio controprogetto dopo che la Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia (CAPTE) del Consiglio degli Stati ha integrato nella revisione parziale della legge sulla pianificazione del territorio (LPT2) alcuni elementi che rispondono anche alle richieste dell’iniziativa Paesaggio. Per i promotori dell’iniziativa questi elementi sono insufficienti, ma dal punto di vista del Consiglio federale si tratta di un controprogetto indiretto in grado di ottenere il sostegno della maggioranza, in quanto la Commissione «tiene conto in ugual misura degli interessi dell’agricoltura, della protezione del paesaggio e dei Cantoni». Per il Consiglio federale è fondamentale che all’iniziativa Paesaggio si opponga un controprogetto indiretto e che si rafforzi il principio della separazione tra zone edificabili e non edificabili. La consultazione è attualmente in corso e l’ACS prenderà posizione in merito all’oggetto.
Prese di posizione dell’ACS (in francese):