La sala giovani di Moutier offre uno spazio per le attività che i giovani stessi organizzano.

Abbattere le barriere per i giovani vulnerabili

13.10.2023
10 l 2023

Nel centro giovanile di Moutier (BE), i giovani ricevono un aiuto in tutta semplicità se non si sentono bene psicologicamente. Un team multidisciplinare rende possibile questa offerta di facile accesso e per questo ha ottenuto il premio «Città sana».

I bambini e gli adolescenti sono sottoposti a una forte pressione psicologica, come appena dimostrato da uno studio allarmante di Pro Juventute. Le consulenze per depressione, pensieri suicidi e ansia sono in aumento. È quindi significativo che due dei tre vincitori del premio «Città sana – Comune sano 2023» riguardino le preoccupazioni giovanili: il Comune di Beromünster (LU) ha infatti attuato diversi progetti dopo aver svolto un’analisi delle esigenze con i giovani del posto, mentre in quello di Moutier (BE), membro dell’ACS, è in corso da tempo un progetto volto a rafforzare la salute mentale dei giovani, che presenteremo nel dettaglio qui. La terza classificata è la Città di Ginevra, che ha realizzato un progetto per promuovere l’attività fisica tra gli anziani (cfr. riquadro).

Al centro del progetto di Moutier c’è la sala per i giovani del «Service de la jeunesse et des actions communautaires» (SeJAC), aperta tutti i pomeriggi dal martedì al venerdì, dopo la scuola. I giovani non devono iscriversi o fare altro, ma possono entrare e uscire liberamente. La sala per i giovani è funzionale ma arredata in modo accogliente: ci sono diversi divani comodi, un tavolo da ping-pong, un calcio-balilla e un tavolo da biliardo. I giovani sono liberi di scegliere che cosa fare nella sala e come organizzarla.

Un terzo spazio per i giovani

«La sala per i giovani è un terzo spazio oltre alla scuola e alla famiglia. A scuola e in famiglia, i giovani sono molto limitati nelle loro scelte, ci sono molte regole. Da noi le regole sono praticamente inesistenti e i giovani sono liberi di scegliere come trascorrere il loro tempo», spiega Nicolas Mangold, un animatore socio-culturale del centro, coinvolto nel progetto «Salute mentale – democratizzare l’accesso ai servizi per tutti con un approccio pragmatico».

Il progetto è sostenuto da un team multidisciplinare di sette persone, responsabile del successo dell’approccio. Oltre a Nicolas Mangold, il team comprende Silvère Ackermann, animatore socioculturale e responsabile del servizio, Zélie Zuend, animatrice socioculturale, Qendresa Latifi, psicologa e animatrice socioculturale, le due infermiere per la salute comunitaria Maulde Studer e Fátima Marques e la tirocinante Elise Vallat. Questa configurazione ha origine dalla decisione del Cantone di Berna di abolire il personale infermieristico nella scuole una decina di anni fa. In seguito Moutier lo ha integrato nelle strutture comunali ed è così che è nata la SeJAC.

Nessuna soglia in più

Il team sottolinea quanto sia preziosa la collaborazione interdisciplinare. «Ci permette di aiutare i giovani in molti ambiti diversi, e non solo di inoltrarli a un altro servizio», spiega Silvère Ackermann. Questo è importante perché molti dei giovani che si rivolgono al centro provengono da un contesto di vulnerabilità. Ciò significa che hanno diversi problemi in contemporanea, ad esempio una situazione familiare instabile e difficoltà a scuola o nell’apprendimento.

«Per questi giovani, la soglia per chiedere il sostegno di uno psicologo o di un servizio è molto alta», afferma la psicologa Qendresa Latifi. «È un passo ulteriore che devono compiere, un compito che li opprime. La sala per i giovani non deve essere un luogo in cui si deve per forza fare qualcosa.» I giovani trovano sempre qualcuno pronto ad ascoltarli. Se e come accettano il sostegno lo decidono loro stessi: ecco gli ingredienti di questa ricetta fortunata.

La salute mentale costituisce ancora un grande tabù tra i giovani, afferma Silvère Ackermann. Inoltre, «i servizi di salute mentale non sono particolarmente inclusivi e serve un certo sforzo per usufruirne.» Qendresa Latifi osserva: «Per i giovani è molto difficile compiere il primo passo. Ma quando decidono di parlare, molti sono assolutamente aperti.»

Adattarsi alle esigenze dei giovani

Attualmente, circa 50-70 giovani alla settimana fanno uso della sala a loro dedicata, il che consente al team di identificare e affrontare i problemi attuali. Ma serve anche una buona dose di flessibilità. «Ci adattiamo alle esigenze e cambiamo continuamente i nostri metodi. È piuttosto faticoso, ma assolutamente necessario», sottolinea Silvère Ackermann. Nicolas Mangold aggiunge: «Non facciamo un piano con diverse attività. L’iniziativa viene sempre dai giovani.» Il team sviluppa le attività con i giovani, con un occhio al valore aggiunto socio-culturale che offrono. Al momento, un gruppo vorrebbe andare a pesca: «Stiamo valutando come fare», afferma Nicolas Mangold.

Il successo del progetto è difficile da quantificare. «La maggior parte delle volte i giovani si rendono conto solo a distanza di anni di ciò che la sala ha portato loro», afferma Qendresa Latifi. Siccome il team accompagna i giovani per un lungo periodo di tempo, riesce a notare i miglioramenti che non sono necessariamente visibili dall’esterno e riflettere su di essi con i giovani. Non esiste un limite massimo di età; i giovani possono entrare nella sala anche dopo aver terminato la scuola o l’apprendistato. «Se il sostegno si interrompe improvvisamente quando iniziano l’apprendistato a 15 anni, può diventare problematico», continua Silvère Ackermann.

Il premio «Città sana» è un riconoscimento importante per il team: «Dona visibilità al nostro progetto e riconosce il nostro approccio a livello nazionale.» Si tratta di un aspetto centrale a Moutier, soprattutto in vista del passaggio al Canton Giura nei prossimi anni. A differenza di Berna, il Giura prevede l’impiego degli infermieri nelle scuole. Per i membri del team, tuttavia, sarebbe importante che gli infermieri rimanessero con loro, perché questo approccio multidisciplinare ha molto successo in questo caso.

Gli altri premiati: Beromünster e Ginevra

Comune di Beromünster (LU): «Analisi dei bisogni con i/le giovani del Comune di Beromünster... e attuazione dei campi d’azione individuati»

Con la sua strategia comunitaria 2021-2024, il Comune di Beromünster si impegna attivamente a promuovere la salute della popolazione, in particolare dei/delle giovani tra i 12 e i 21 anni. L’obiettivo è promuovere la loro salute mentale e fisica. Come si raggiunge questo obiettivo? Sulla base di un’accurata valutazione dei bisogni, l’animazione socioculturale della gioventù del Comune ha realizzato un totale di sei progetti. Il numero e la portata dei progetti conclusi dal 2021 è notevole, così come il coinvolgimento sistematico delle persone giovani nell’attuazione di questi progetti. L’allestimento di impianti sportivi, come lo «streetsoccer», la riorganizzazione di un parco giochi, lo sviluppo del programma mensile dell’animazione socioculturale della gioventù, tutte queste misure sono state realizzate in stretta collaborazione con bambini, bambine e giovani.

Città di Ginevra: «Movimento nella terza età – restiamo dinamici!»

Il titolo dice tutto. Questo progetto, sviluppato dai servizi sociali della città di Ginevra, mira a promuovere la mobilità dei cittadini anziani e a mantenere le loro relazioni sociali, contribuendo così alla lotta contro l’isolamento sociale delle persone dai 65 anni in su. In particolar modo, teniamo a sottolineare la semplicità e l’efficacia della proposta sviluppata e implementata con successo dalla città di Ginevra. In cosa consiste? Vengono organizzati incontri regolari per fare attività fisica in gruppo, passeggiate ed esercizi. Questi sono supervisionati da professionisti/professioniste della salute e allenatori/allenatrici di sport che sono in ascolto dei/delle partecipanti e possono fornire consigli mirati anche a livello individuale, mentre fare attività in gruppo permette soprattutto di creare e rafforzare le relazioni sociali. Un’altra caratteristica speciale di questo progetto è l’organizzazione quartiere per quartiere, in un’ottica di prossimità e attenzione ai luoghi in cui vivono le persone anziane. Dopo il successo ottenuto nei quartieri pilota, il progetto viene ora esteso a tutta la città.

Il premio «Comune sano – Città sana» 2023

La promozione del benessere e della qualità della vita della popolazione è un obiettivo centrale delle politiche pubbliche, sia a livello nazionale che comunale. La creazione di un ambiente di vita sano è una delle tante sfide che molti comuni e città della Svizzera devono affrontare. Il premio nazionale «Comune sano» resp. «Città sana» vuole conferire per la quinta volta un riconoscimento al loro impegno in questo ambito. È stato assegnato il 31 agosto 2023 in occasione della Giornata delle città dall’Unione delle città svizzere.

Come negli anni precedenti, anche la quinta edizione del premio ha riscosso grande interesse: ben 32 comuni e città svizzeri si sono candidati. Dopo un attento esame delle candidature da parte di quattro giurie regionali, sono state nominate 11 candidature. Tra queste, una giuria nazionale ha selezionato i tre vincitori del premio: i comuni di Beromünster (LU), Moutier (BE) e la città di Ginevra (GE). In segno di riconoscimento per i loro eccellenti risultati, i vincitori hanno ricevuto un premio di 5000 franchi svizzeri ciascuno. Tra i progetti nominati figurano anche Aargau Süd (AG), Meilen (ZH), Stäfä (ZH), Surses (GR), Château d’Oex (VD), Mendrisio (TI), Baar (ZG) e Reichenburg (SZ).

Il premio è sostenuto dalle seguenti organizzazioni: l’Ufficio federale della sanità pubblica, la Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità, Promozione Salute Svizzera, l’Associazione dei Comuni Svizzeri, l’Unione delle città svizzere e RADIX Fondazione svizzera per la salute. Queste organizzazioni formano anche la giuria nazionale. I/le responsabili cantonali per la promozione della salute si occupano delle nomine regionali.

Nadja Sutter
«Comune Svizzero»
Caporedattrice
Traduzione: Annalisa Cipolla