A Mendrisio, buone pratiche di comunità
Coesione sociale e senso di identità rappresentano una grande risorsa collettiva e complementare all’intervento pubblico. La Città di Mendrisio vuole promuoverli anche con la creazione partecipativa di una portineria di quartiere.
Il territorio non è solo un ambito geografico o demografico, ma un sistema vitale socio-economico in cui i comuni possono diventare attori chiave nel promuovere e facilitare processi di aggregazione e di crescita culturale e sociale, investendo nel capitale sociale e territoriale. Connettere i diversi attori, per garantire sicurezza e protezione sociale e promuovere la partecipazione dei cittadini alla co-costruzione di benessere collettivo e coesione territoriale diventa allora il nuovo orizzonte del welfare di comunità.
La Città di Mendrisio ha elaborato le Linee strategiche Mendrisio 2035. Nella sua «Visione» sottolinea l’importanza di una «Città aperta, incentrata sulla persona e sul suo benessere, attenta all’inclusione, alle differenze di genere, capace di conciliare le esigenze di tutte le generazioni». Nella sua «Missione» conferma la volontà di «rappresentare la comunità, di occuparsi dei suoi interessi, dei suoi diritti, delle sue esigenze e del suo sviluppo, in modo efficiente e responsabile». La Città di Mendrisio desidera cioè essere una città dinamica e accogliente, nel rispetto della persona, dell’ambiente, della sicurezza per l’attuale comunità e per le generazioni future. Una città che fa proprio un approccio multidisciplinare ed integrato sia per quanto riguarda le politiche, non più solo di settore o di comparto, sia per quanto riguarda gli attori responsabili.
Uno studio sulla coesione sociale nei quartieri
Da questi presupposti è nato lo studio sulla coesione sociale nei quartieri periferici di Arzo, Besazio, Meride e Tremona, i cosiddetti «quartieri di montagna», un agglomerato di 2693 abitanti.
Questo studio ha evidenziato l’importanza di promuovere la coesione sociale come condizione di benessere delle comunità locali. L’attenzione è rivolta alle persone e ai contesti in cui vivono, comprendendo il senso di identità e di appartenenza alla comunità come il radicamento in un determinato spazio di vita fisico e sociale dotato di valore e di senso. A esso si accompagna la capacità di agire in modo solidale e con senso di corresponsabilità.
Favorire l’innovazione sociale
Lo studio realizzato diventa un modo per coinvolgere soggetti interessati della comunità e per sperimentare «nuovi luoghi della mente». Ciò permette di innescare quel mutamento culturale promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità, che prevede di intensificare i pensieri e i processi intersettoriali dentro e fuori i servizi. Solo così si potrà trasformare il concetto di salute da «stato di benessere psicologico, emotivo» a «capacità di adattamento e di autogestione di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive».
Un ulteriore elemento di innovazione riguarda il ruolo dell’intervento pubblico per avviare e valorizzare percorsi virtuosi e per far convergere interessi plurimi verso un fine comune. La Città si è fatta dunque promotrice di un’esperienza progettuale concreta «dal basso» che possa rispondere, da un lato, ai bisogni segnalati di certi servizi nel quartiere, dall’altro, alla volontà espressa dalla popolazione di partecipare attivamente alla costruzione di tali soluzioni.
Da un sondaggio a un’esperienza progettuale partecipativa
In termini metodologici, la Città ha proceduto innanzitutto con un sondaggio presso i cittadini dei quattro quartieri di montagna. Il sondaggio, che ipotizzava anche lo sviluppo di un progetto di «portineria di quartiere», ha riscosso un’elevata partecipazione (29,9% dei fuochi cittadini) e ha permesso di raccogliere delle interessanti indicazioni relativamente ai bisogni, sia in termini di servizi, sia in termini di occasioni di relazione e coesione sociale.
Una buona parte di chi ha risposto ha segnalato non solo interesse per l’offerta di potenziali servizi «di portineria» (piccole riparazioni, scambio oggetti, trattenuta pacchi o chiavi, incontri e chiacchiere) ma anche una grande disponibilità a partecipare, anche attivamente, alla progettazione e all’esercizio di un tale progetto.
Questo risultato ha motivato la Città a dare il via a una successiva fase di progettazione, caratterizzata volutamente da un processo partecipativo tipico dello sviluppo endogeno, basato sui principi concettuali dell’innovazione sociale e dell’Engagement, e utilizzando strumenti di Design thinking.
Con la partecipazione di una ventina di persone che si sono messe a disposizione su base volontaria, con un regolare confronto aperto con la popolazione, la Città sta ora costruendo, con elementi via via più concreti, una portineria «diffusa» fra i quattro quartieri di Arzo, Besazio, Meride e Tremona.
Il progetto si sta sviluppando con l’accompagnamento dell’Associazione Generazioni & Sinergie e grazie alla partecipazione attiva della popolazione: un bel progetto di attivazione identitaria.
Il sondaggio della Città di Mendrisio sulla qualità di vita nei quartieri di Arzo, Besazio, Meride, Tremona
Il sondaggio è stato sottoposto tra maggio e novembre 2021. Con un tasso di risposta del 29,9% (360 questionari restituiti su 1204), dal sondaggio è emerso che…
27,3% dichiara che le relazioni sono una potenzialità per il quartiere;
20,3% segnala un possibile rischio di isolamento;
88,7% sostiene che la coesione nei quartieri di montagna è di buon livello;
attività che favoriscono lo sviluppo dei legami: 78,6% apprezza gli incontri occasionali e chiacchierate spontanee; 53,9% apprezza gli incontri nei servizi pubblici (caffè); 51,1% valorizza gli scambi di favori;
partecipazione: 40,5% mostra interesse per il volontariato; 33,4% mostra disponibilità ad aderire ai gruppi di discussione.
Convegno «La Comunità che si prende cura di sé»
Mercoledì 23 novembre 2022 dalle ore 14.00 alle ore 18.00 presso il Mercato Coperto a Mendrisio si svolge il convegno «La Comunità che si prende cura di sé. Quale ruolo per enti, associazioni e servizi del territorio?». L’evento si rivolge in particolare a amministratori locali, assistenti sociali, operatori sociali e di prossimità, volontari.